Perché? 5 italienische Fragen an die Deutschen!

Acht Jahre sind vergangen, seitdem ich nach München umgezogen bin. Während dieser Zeit konnte ich viel lernen: Den Unterschied zwischen Dativ und Akkusativ, Lederhose tragen, sechs Liter Bier an einem Tag trinken, bei Aldi einkaufen, etc.

Trotzdem gibt es Fragen, die ich immer noch nicht beantworten kann. Soll ich ein paar Beispiele nennen? Allora, ecco!

Warum sprechen die Deutschen so gerne über Versicherungen? Beim Mittagessen sprechen die Italiener über das Abendessen. Beim Abendessen sprechen wir über das Mittagessen. Über Frühstück reden wir gar nicht, weil da sind die Deutschen besser. Hier in München habe ich den Eindruck, dass der Bestandteil jeder Konversation “Versicherung” ist, ganz egal ob ich im Bavaria Biergarten oder in einem schicken französischen Restaurant sitze. Ist das Leben in Deutschland wirklich so gefährlich? Angst habe ich schon bekommen. Deswegen habe ich nun Versicherungen für alles, fast wie Jennifer Lopez, die sogar ihren Po mit 27 Millionen Dollar versichert hat.

Warum mischt Ihr Flüssigkeiten? Klar, das Radler ist eine geile deutsche Erfindung, genauso wie ein BMW oder Plastikboxen mit der Form einer Banane. Aber warum muss man einen guten fränkischen Weißwein mit Sprudelwasser mischen?

Warum schlaft Ihr mit offenem Fenster auch bei Minus-Temperaturen? Als ich nach München kam, wurde mir gesagt: “Lass uns mit offenem Fenster schlafen. Es ist sehr gesund”. Es waren minus 15 Grad. Um 3 Uhr wachte ich auf. Warum waren meine Füße so kalt? Die Antwort ließ nicht lange auf sich warten. Es lag Schnee im Bett.

Warum ist ein Termin nächste Woche “spontan”? Was “spontan” hier heißt, ist mir noch nicht ganz klar. Wurscht! Ich habe gelernt, dass man immer “verplant” sein sollte, warum auch immer. Jetzt sage ich auch gerne, dass ich “verplant” bin. Ich fühle mich so Deutsch, wenn ich “verplant” ausspreche, dass ich gleich die Deutsche Staatsangehörigkeit bekommen könnte, ohne diesen komischen Fragebogen des Einbürgerungstests ausfüllen zu müssen.

Warum macht Ihr die Bierflaschen mit allem auf, was kein Flaschenöffner ist? Am tollen Münchner Strand des Flauchers habe ich Leute gesehen, die Bierflaschen mit Feuerzeugen, Bestecken, Cockringen und anderen Utensilien aufmachen. Aber mit den Zähnen! Warum macht man eine Flasche mit den Zähnen auf?

Also, der Weg zu Integration ist lang. Während ich auf Eure Antworten warte, trinke ich eine Flasche Wein ohne Wasser, geöffnet mit einem Korkenzieher.

Napoli – Misteri e magia nel suo cuore variopinto

Il mistero è arrivato così, inatteso, come l’odore di sfogliatella calda di forno che inebria i sensi mentre passeggi per le vie del centro.

Ci troviamo nei meandri del sottosuolo napoletano, cuore buio eppur pulsante del capoluogo partenopeo: catacombe in cui furono custodite le ossa di colui che – come San Catello a Castellammare – salvò Napoli dalla furia del Vesuvio. Proprio così, parliamo di San Gennaro.

Esploriamo il luogo con una guida del quartiere Sanità la quale, tra un cunicolo e l’altro, ci racconta di riti funebri, miti e leggende per poi tirare in ballo il miracolo di San Gennaro.

Il prodigio, continua la donna, consiste nella liquefazione del sangue del Santo, oggi custodito in un’ampolla nel Duomo di Napoli. Il liquido – più sacro dell’acqua della Madonna – si scioglie tre volte all’anno davanti agli occhi increduli di vescovi, fedeli a caccia di grazie e amanti del folklore.

E quando il sangue non si scioglie? Oscuri presagi all’orizzonte. Qualche esempio? 1939, inizio della seconda guerra mondiale; 1940, l’Italia entra nel conflitto mondiale; 1943, durante l’occupazione nazista; 1973, il colera imperversa a Napoli; 1980, terremoto in Irpinia. Nel 1981 sono nato io. Allora il sangue si è sciolto.

“Potete non crederci”, ci intima la guida con tono perentorio, “ma non dite a un napoletano che non è vero”.

Tornati in superficie decidiamo di attraversare il quartiere Sanità. I vicoli sono un mosaico di frutta e verdura vendute da signori che urlano frasi in dialetto che manco io capisco.

Resto abbagliato dai giochi di luce tra i palazzi, ciascuno con “bandiere” di panni stesi e innumerevoli mutande rosse da indossare a Capodanno. Rapito da tanta sensualità esclamo tra me e me: “Napoli è davvero la città più bella del mondo”.

Ed è qui che succede il fatto. Un signore mi sente ed esclama “Uaglió, hai detto una grande verità. Mo però aspettami, ho qualcosa per te”. Entra nella sua bottega ed esce con qualcosa tra le mani. Le apre tra le mie e mi dona un cornetto rosso in legno fatto a mano da lui stesso. “Custodiscilo, ti porterà fortuna”, mi dice, “e ricorda: il corno non si compra mai; il corno si regala.”

Qualche giorno dopo, riparto per Monaco. All’aeroporto di Napoli, la signora dell’accettazione mi offre la possibilità di imbarcare gratuitamente un secondo bagaglio. Arrivo a Monaco: le mie valige escono per prime al nastro. Mi dirigo a passo svelto al binario per prendere il treno verso la città. Compro il biglietto alle macchinette e mi fiondo verso il locomotore, prossimo a ripartire. “Troppo tardi” mi dico, quando tra le porte, ormai quasi serrate, spunta un piede che ne blocca la chiusura. È un signore che mi tira dentro ed esclama: “Willkommen in München, benvenuto a Monaco.”

Ecco, potete non crederci, ma non dite mai a un napoletano che non è vero. E nemmeno a uno stabiese.

Un fine settimana a Madrid: sei cose da fare!

Dopo Castellammare, Monaco e Vienna è ora di scrivere di Madrid, città a cui sono legato per famiglia, amici, lingua e stile di vita. Questo il mio vademecum per un fine settimana nella capitale spagnola.

1. Tapear

Gli spagnoli, noti per la loro creatività linguistica, hanno coniato il neologismo “tapear” per designare i giri enogastronomici in cui ci si sposta da un locale all’altro per gustarsi assaggi di specialità iberiche: le “tapas”.

Noi italiani, in preda a manie anglomani e afflitti da complessi di inferiorità linguistica, le chiameremmo “street o finger food”.

Parto sempre con l’idea di spizzicare qualcosa prima di cena. Poi finisco il giro e mi ritrovo ad avere mangiato: calamari fritti, uova rotte su un letto di patate saltate in padella, crocchette con formaggio e prosciutto iberico e polpo alla galiziana. Il tutto accompagnato da innumerevoli “cañas”, birrette all’apparenza innocue di cui, come accade con i “kölsch” a Colonia, si perde il conto facilmente. Aiutano molto a integrarsi, anche senza conoscere la lingua.

2. I Quartieri

Conservatevi Chueca per la movida notturna, soprattutto se vi piacciono Lady Gaga e i programmi di Franca Leosini. In giornata, invece, perdetevi tra i vicoli de La Latina e Malasaña con le loro botteghe di moda, arte e disegno. Mettete da parte ventagli e nacchere e fate(vi) un regalo originale. Io ho comprato un quadro per il soggiorno. Poi mi sono rifocillato in un baretto con un caffellatte perché, è proprio vero, l’espresso lo sanno fare solo a Napoli. E a Castellammare.

3. Il tramonto al Palazzo Reale e alla Cattedrale dell’Almudena

Sarò onesto. Nessuno dei due monumenti mi affascina particolarmente. Abituato alla sontuosità delle chiese italiane, quella dell’Almudena, “recente” e a tratti spartana, non accende il mio entusiasmo. A farlo sono però le luci del tramonto che, proprio in quel punto, infiammano il cielo di colori che nemmeno i filtri di Instagram.

4. I musei

Se non avete troppo tempo, tralasciate il Prado e il Reina Sofía che da soli meriterebbero settimane. Vi consiglio invece il Thyssen-Bornemisza, più raccolto dei primi due e con circa 800 opere che spaziano dal Rinascimento Italiano alla pittura moderna. Se siete appassionati di architettura, andate a vedere l’edificio del Caixa Forum, una costruzione moderna che quasi “lievita” nell’aria.

5. Il Centro

Da girare tutto a piedi, da Plaza Callao e Plaza Real, passando per Sol e la Gran Via. Il vero gioiellino però è Plaza de Santa Ana, una piazzetta soleggiata e vivace dietro il Kilómetro Zero che ospita il più antico teatro della capitala spagnola e una statua di Federico García Lorca, autore di poesie tra le più belle mai scritte.

6. Integratevi con gli spagnoli

Il loro è uno stile di vita accogliente, affabile, senza complicazioni. Parlate con loro, andateci a ballare, corteggiateli, lasciatevi sedurre. Nel mio caso, più che di nuove conoscenze, si tratta di rincontri con amici stabiesi a Madrid o del mio Erasmus in Spagna. Ci si vede, si chiacchiera, si ride, si beve. Certo, pensi, di anni ne sono passati. Poi però capisci che il tempo scalfisce tante cose, ma l’intesa e l’amicizia no. Quelle restano intatte.

E voi a Madrid ci siete stati? Vi è piaciuta? Cosa aggiungereste a questa lista?

Come si dice “misleading” in italiano?

Da quando vivo in Germania, ho iniziato a ascoltare e parlare l’italiano da una prospettiva “altra”. Ho scoperto che la nostra è una lingua meravigliosa.

Quanto sono espressive e musicali le nostre parole! Eppure la passione tutta italica per gli anglicismi, il cui utilizzo cresce a ritmi esponenziali, sta spazzando via parole nostrane che presto potrebbero finire nel dimenticatoio.

E così che in azienda “le Personal Assistant bookano le room per i meeting”, mentre “i manager danno feedback ai propri team”. Cosa c’è di italiano in queste frasi? “Prenotare sale riunioni” o lasciare che “i Responsabili valutino le proprie persone” fa proprio brutto?

Gli “speaker che deliverano gli speech” sanno davvero tenere discorsi degni di una perfetta comunicazione in pubblico?

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Lo “struscio” a Vienna. Consigli di viaggio per vedere poco o niente.

Novembre è un mese brutto a Monaco di Baviera: l’Oktoberfest è finito, fa freddo ma non c’è neve e si lavora assai.

Cosa fare quindi per rompere la monotonia e concedersi una pausa dai ritmi lavorativi estenuanti? Semplice: si va a Vienna!

Arrivato nella capitale austriaca, tra palazzi dagli antichi splendori e statue dell’epoca imperiale, consumo veracemente il pacchetto di patatine dopo le 16 ore di digiuno prescritte dalla dieta fasce orarie.

Ricongiuntomi col mio compagno di viaggio, ci rechiamo nel Caffè più vicino per goderci la più classica delle torte viennesi, la “sacher”, in compagnia di un buon cappuccino – che i viennesi chiamano “melange” – e di un numero indefinito di donne ingessate in vestiti scomodi dall’aspetto nobile e coi visi mummificati dietro colate di cerone e fondotinta.

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La Marienplatz di Monaco di Baviera: una guida di viaggio molto personale!

Per chi visita Monaco è il primo posto in cui andare: Marienplatz – cuore e piazza principale della capitale baverese. In passato era sede del mercato del grano e del sale. Ora il mercato non c’è più. Lo organizzano solo nel periodo natalizio come “Christkindlmarkt”, il nostro mercatino di Natale. Il mercatino di Marienplatz è probabilmente il più famoso, ma anche il più turistico e brutto della città. Lì vendono oggetti artiginali belli e luccicanti. Li osservi e li compri rapito dal loro calore. Poi vai a casa e ti rendi conto che hanno la stessa utilità dei prodotti della Tupperware.

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Volgi lo sguardo verso l’alto e scopri lui: il Neues Rathaus, il Nuovo Municipio di Monaco. Un edificio neogotico imponente, grande, bello, “uau”. L’edificio – in cui oltre al sindaco ci lavora un amico che per questo odio – fu costruito tra il 1867 e il 1908. Lo progettò l’architetto Georg Hauberisser, probabilmente dopo essere uscito da una delle tende dell’Oktoberfest.

Il Neues Rathaus, inutile girarci attorno, è il vero simbolo di Monaco. Le torri della Frauenkirche, la Chiesa di Nostra Signora, sono diventate famose solo grazie alla soap opera bavarese “Tempesta d’Amore“.

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Da Monaco di Baviera a Castellammare di Stabia. Racconti d’Estate.

“E se invece di andare lontano facessimo il giro d’Italia?” È fu così che ad agosto ci ritrovammo in viaggio, da Monaco a Castellammare in macchina.

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Prima tappa: Someraro di Stresa, un paesino sul Lago Maggiore. Le Isole Borromee le avevamo già viste e Stresa pure. Due buoni motivi per informare il cervello che è ora di dedicarsi all’ozio. Amici, sole, piscina e aperol spritz.
Da colazione all’aperitivo. La sera si scende a Baveno, al  Ristorante “Poste” della Signora Lella, che ci delizia con pesce di lago, tagliata e vino della casa. Il Lago Maggiore, diversamente da quanto sostiene Totò nel film “Totò agli esami“, non è il più grande d’Italia. Di certo, aggiungerei, è il più bello. Quando la mattina presto – mentre sei ancora rincoglionito – lo guardi dalla collina di Someraro, ti sembra un fiordo norvegese che si perde tra la foschia e le montagne. A Someraro però fa caldo, quindi – anche da rincoglionito – poi capisci che non sei in Norvegia.

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Heißer Sommer? 5 Dinge die man in München unbedingt tun sollte!

(Vuoi leggerlo in italiano? Clicca qui!)
Nun habe ich mich auch entschieden, die 5 Dinge die man in München im Sommer tun sollte, aufzulisten. Seht ihr das auch so, oder würdet ihr weitere Dinge hinzufügen?
1) Morgens in den Eisbach im Englischen Garten springen. Beim Sprung ins kalte Wasser, sollte man versuchen, so athletisch wie möglich, auszusehen, während einen die Strömung mitreist. Man schwimmt durch den Park in einem schizofrenen Wechsel von Licht und Schatten. Man täuscht Sicherheit vor den 10 Jahre jüngeren vor, die vor Freude juchzen als ob sie bei einem Helene Fischer Konzert wären, auch wenn man fast ertrinkt. Plötzlich sieht man einen Strick, der über dem Wasser schwebt und vor einer Welle im Kanal hängt. An diesem Seil muss man sich festhalten, um nicht von einem Surfer auf der Flusswelle unter Wasser gedrückt zu werden. Danach wird die Strömung immer stärker und man treibt unter mehreren Brücken mit Touristen, die einen anfeueren und Fotos machen, durch. Für einen Moment fühlt man sich wie bei einer neuen Prüfung im Dschungelcamp. Aber dann kommt sie endlich: Die rettende Leiter. Mit all deiner verbleibenden Kraft hältst du dich an ihr fest und kletterst nach oben. Zurück in den Park fährst du mit allen anderen pitschnass und ohne Ticket in der Tram. Fast so wie die Jungs die sich ins Bagno Conte in Castellammare einschleichen.
2) Einen Nachmittag am Flaucher verbringen, eine wunderschöne kleine Insel mit Stränden und Wasserfällen, in der Mitte der Isar. Am Flaucher wird FKK zelebriert, auf Italienisch nennen wir das einfach “Sünde”. Mann oder Frau, alt oder jung, das ist nicht wichtig. Was am Flaucher zählt, sind Eigenschaften, die man sonst versteckt. Inbesondere gefällt mir unter die Wasserfälle zu springen und mich vom Fluss massieren zu lassen, wie bei einer Thaimassage aber ohne Happy End. Das Wasser schlägt kalt und gewaltig auf deinen Körper während du hoffst, dass es die Nackten um dich herum abkühlt, die dich in deinen langen Badeshorts angewidert anschauen

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3) Raus dem Fluss, löscht du deinen Durst und Hunger in einem der bekannten Biergarten der Stadt mit Schweinebraten und Knödel, Wiener Schnitzel und weiteren leichten Speisen. Du setzt dich an einen Tisch mit Freunden und Fremden, die aber nach dem ersten Bier mehr Freunde als deine Freunde werden. Du sagts dir, eines trink ich und dann geh ich heim. Und dann nach drei Stunden bist du bei der dritten Mass und laberst ohne Sinn und Verstand. Alle lachen und du bist glücklich.CIMG0108

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4) Es ist zu früh um nach Hause zu gehen und daher entscheidest du dich einen Absacker unter der Bavaria mit Blick über die Wiesn im Aufbau zu trinken. Du fühlst dich beschützt, nicht nur von den Sternen sondern auch von der großen Oberweite dieser Frau, die das Land symbolisiert das dich vor 5 Jahren adoptiert hat.
5) Du kommst angetrunken, glücklich und bettreif nach Hause zurück. Du gehst in die Küche und läufst mit dem mittleren Zeh gegen ein Möbelstück, das in deinem Weg steht. Du täuscht Mannhaftigkeit vor, obwohl du vor Schmerzen heulen willst. Aber das macht nichts. Nach drei Litern Bier, schüttest du dir einen Limoncello mit dem Geschmack der Heimat hinter die Binden und denkst, dass von Castellammare bis München, dies das Europa ist, das du magst.
Habe ich etwas verpasst? Würdet ihr was hinzufügen?CLBr50kW8AAnOQ311390329_10152858237032478_5923117360260679623_n

Estate calda? Le 5 cose da fare a Monaco di Baviera!

(Die deutsche Version steht hier zur Verfügung)

Dopo quella di Castellammare di Stabia, ho deciso di farne una anche per la mia città d’adozione: Monaco di Baviera. Eccola, la pagina con le 5 cose da fare nella capitale bavarese in una calda giornata d’estate. E voi siete d’accordo o ne aggiungereste altre?

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Estate 2015: Le 10 cose da fare a Castellammare di Stabia!

Ce l’ha Monaco di Baviera, ce l’ha Parigi, ce l’ha Londra e allora perchè non farne una per la nostra Castellammare. Eccola qui, la pagina con le 10 cose da fare a Stabia d’estate. E voi, ne aggiungereste altre?

1) Andare al Bagno Conte verso le 13.00, quando i bagnanti mattinieri sono andati via e le allegre combriccole del pomeriggio non sono ancora arrivate. Combriccole molto vivaci, non tanto per i bambini e gli adolescenti, bensì per le loro mamme che gridano i nomi dei propri pargoli prolungando per circa due secondi ciascuna vocale. Nel mio caso il bambino si chiamava Catello, in stabiese “Catié”. Cinque lettere con ben tre vocali e un pericolosissimo dittongo. La mamma lo esortava a uscire dall’acqua per fare lo spuntino: un leggerissimo panino con la nutella preparato direttamente in spiaggia, diciamo così “fresco di boccaccio”.
Poi arriva lei, sempre la stessa dalla notte dei tempi: la signora degli annunci. La senti gridare al megafono: “Sono arrivate le pizzette calde calde fresche fresche e la macedonia che va bene per tutti, a tutte le età, anche per quelli che sono a dieta”. E allora avverti come una voce dentro di te che ti spinge ad andare al bar a comprare la macedonia, perchè in fondo anche tu sei a dieta. Poi arrivi al bancone e ordini un litro di Peroni.

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2) Farsi rapire dal canto delle cameriere-sirene dello chalet Laura
sulla via del ritorno dai bagni di Pozzano. Fare una foto alla frutta fresca che galleggia in enormi vasche e ordinare per un euro la fetta di melone più rossa, buona e grande che abbia mai mangiato. Poi mentre mangi, vedi un’altra cosa molto grande. Si tratta di una ragazza adulta che sale sulle giostrine dei bambini per dimostrare al fidanzato di essere una fanciulla leggiadra. Poi sfonda il cavalluccio e capisce
di essere chiatta.

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